MEDICINA - ERBORISTERIA - ERICA (Erica herbacea L.)

Pianta della famiglia delle Ericaceae, distribuita nelle regioni sud-europee. In Italia è comune nelle zone sub montane, montane e subalpine, su rocce calcaree.

GENERALITÀ
L'erica è una pianta suffruticosa perenne a base lignificata, con fusti a portamento sdraiato e con rami fioriferi ascendenti, che arrivano a un altezza di 30 cm.
Le foglie sono raggruppate in verticilli, composti ciascuno da quattro foglie, hanno forma stretta e allungata, ma non raggiungono che raramente il centimetro. Il margine fogliare è ripiegato verso il basso, tanto da ricoprire quasi interamente la pagina inferiore.
I fiori, l'unica parte veramente vistosa della pianta, sono raggruppati in fascetti, all'ascella delle foglie superiori, e formano dei grappoli multifiori molto vistosi il singolo fiore è formato da un calice composto da cinque sepali di forma allungata e da una corolla che ha forma tubolare cilindrica, che si restringe verso l'apice, di colore roseo o rosso-porpora: le antere sporgono dalla corolla e hanno colore porporino nerastro.
La fioritura di questa pianta avviene assai presto, al termine dell'inverno, o addirittura, se la stagione invernale è particolarmente mite, durante l'inverno stesso.
Il frutto è una piccola capsula che si apre in quattro parti a maturità, permettendo la fuoriuscita dei piccoli semi allungati.
Per scopi terapeutici si usano le sommità fiorite di questa pianta.
L'«erica carnea», o «erica erbacea» è specie molto coltivata per scopi ornamentali in giardini rocciosi. È assai facile trovarla nei cataloghi dei fioristi, soprattutto per la composizione di giardini rocciosi o di angoli di giardino roccioso a substrato calcareo.

IMPIEGO TERAPEUTICO
La pianta non fu utilizzata nell'antichità per scopi terapeutici. Le prime indicazioni risalgono al Rinascimento.
Oggi si riconoscono all'erica proprietà diuretiche e stimolanti sull'emuntorio renale. Risulta quindi particolarmente indicata nelle calcolosi renali, nelle cistiti, nelle urine torbide per infezioni della vescica e delle vie urinarie.
La medicina popolare riconosce all'erica le proprietà di stimolare la secrezione lattea: essa è quindi utilizzata dopo il parto come galattoforo.
Esternamente l'erica è impiegata come astringente e come antiinfiammatorio sulle pelli arrossate e infiammate.

PREPARAZIONI
- Uso interno: si utilizza l'infuso, preparato con 25-30 g di sommità fiorite secche di erica per litro di acqua bollente. Si lascia riposare per 5-10 minuti, si filtra per tela, si beve l'infuso a tazzine: 2-4 al giorno.
L'infuso di erica ha la proprietà di stimolare la diuresi e di prevenire la calcolosi renale.

- Uso esterno: si utilizza il decotto preparato con 60-80 g di erica ridotta in minuti frammenti per litro di acqua. Si lascia bollire per 5-10 minuti, si filtra per tela a freddo. Si utilizza il decotto così preparato come astringente e decongestionante, per la preparazione di impacchi o di compresse imbevute.

RACCOLTA E CONSERVAZIONE
Le sommità fiorite si raccolgono assai presto, al termine dell'inverno o all'inizio della primavera, recidendo i rami terminali e cercando di eliminare il più possibile la parte legnosa.
Vanno raccolte in giornate asciutte e distese al più presto in sottile strato su graticciati per l'essiccamento all'ombra, in locale aerato.
L'erica si conserva in sacchetti di carta o di tela.
L'erica carnea può essere coltivata facilmente partendo da piccole piantine, raccolte in natura o acquistate da vivaisti. Il terreno ideale per il suo sviluppo è quello calcareo o basico. Durante i mesi estivi questa pianta va innaffiata tutte le settimane, almeno durante il primo anno di vegetazione.
L'erica carnea può essere eccezionalmente coltivata in vaso: è però, in questo caso, assai difficile che riesca a superare il primo anno di vegetazione.
È pianta a lento sviluppo che richiede almeno due-tre anni di coltura prima di fornire quantità sufficienti di sommità fiorite da impiegarsi per gli scopi terapeutici sopra indicati.
 

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